MARTIN CUOR CONTENTO

SCHEDA TECNICA

Nome: Martin Cuor Contento

Ditta produttrice: Zanini & Zambelli, Canneto sull’Oglio (Mantova)

Anno: fine anni ’60 del Novecento

Categoria di gioco: Bebè caratteriali

Proprietà: Comune di Canneto sull’Oglio (Mantova)

Donazione: Simonetta Saudino, Santo Stefano di Magra (SP)

Numero inventario: 4479

DESCRIZIONE

Testa:

– materiale: vinile

– marchio: assente

– descrizione marchio: /

– collo: ad incastro

– occhi: azzurri, plastica, fissi

– capelli: biondi, radicati; modellati

– ciglia: nere, incollate

– sopracciglia: modellate

– bocca: aperta

Corpo:

busto

– materiale: vinile

– marcato: no

braccia

– materiale: vinile

; braccio destro articolazione alla mano; braccio sinistro articolazione al gomito

gambe

– materiale: vinile, articolazione alle anche

altezza: 40 cm

Abito:

– originale: no

– descrizione: mutandine da bagno in cotone a righe bianche e rosse

Notizie:

Fotografia ‘La Distratta Michelina’ metà anni 60

Martin Cuor Contento è un bebè interamente in vinile prodotto a Canneto sull’Oglio dalla ditta Zanini & Zambelli alla fine degli anni ’60. La signora Wilma Zambelli, titolare e anima trainante della fabbrica per diversi decenni, in una recente intervista ricorda come questa bambola facesse parte di una serie di tre, dalle fisionomie ed atteggiamenti piuttosto curiosi. Oltre al Martin, che indossava il solo costume da bagno e un cappellino bianco con la tesa che scendeva, c’erano La distratta Michelina, con grembiule a quadretti bianchi e rosa, e Tonino Teddy Boy dal grembiule a quadretti bianchi e rossi.

La stessa signora Wilma indica come scultrice di queste tre pupe la famosa Zia Dina, pseudonimo usato da Gioconda Velluti. Nata a Venezia nel 1910, seconda di quattro fratelli: Gigetto, di pochi anni più vecchio, anch’esso scultore, Lucia e Anna Maria, quest’ultima nata nel 1920. Da giovane frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia seguendo i corsi di pittura. Appartenente ad una nobile famiglia veneziana, non ha una professione; semplicemente, fa quello che non poteva evitare di fare: si dedica alla scultura. Del resto, fin dall’infanzia aveva vissuto in un ambiente dove l’arte era costantemente presente: lo zio ed il cognato pittori, il fratello scultore, lei stessa artista. La sorella Anna Maria ci ricorda che, ad un certo punto, Dina si trasferisce a Milano: non vi prende casa, ma risiede in un albergo di via Finocchiaro Aprile e nel 1951 è già attiva come scultrice di bambole.

Fotografia metà anni 60, scatto eseguito da Dina Velluti che scrive ‘Martin Cuor COntento (mare)’

Dopo una breve esperienza con la ditta Levia di Milano con la quale realizza la bambola Lillibeth e i bebè Mizzi e Frizzi, l’eclettica veneziana inizia la sua collaborazione con la ditta Furga, realizzando numerose bambole: Tonino e Pieretto (entrambi del 1956), Cappuccetto Rosso (del 1958, ma il cui volto è uguale alla bambola Mizzi della Levia), Ninetta e Giacomino (1960), Giulietta (1962). Già nel bebè Frizzi, conservato nella Collezione del giocattolo di Canneto sull’Oglio, leggiamo i tratti somatici che caratterizzeranno gran parte della sua produzione: teste tondeggianti dai poli leggermente schiacciati, occhi dal taglio inusuale, zigomi accentuati, labbra spesso arricciate in smorfie buffe o seriose, incarnato molto chiaro per i neonati e, al contrario, curiosamente molto scuro per le pupe.

Martin Cuor Contento non si discosta da questa tipologia e il suo volto diventa un’esplosione di smorfie. Persino gli occhi sono leggermente socchiusi, gonfi di pelle alla base ad accentuare la trascinante risata della bambola. Anche gli snodi degli arti, in questo caso per quelli superiori, sono particolari come in altre bambole della Zia Dina: movimento e incastro al polso della mano destra e al gomito del braccio sinistro. I capelli presentano inoltre l’inconsueta caratteristica di essere sia modellati che radicati nella parte posteriore della testa.

Verso la fine degli anni ’60 la Velluti entrò in contatto con la Zanini & Zambelli e siglato l’accordo per produrre le tre bambole citate. La scultrice forni alcuni disegni, le fotografie per l’ambientazione e le sculture modellate in argilla. Di seguito pubblichiamo le immagini originali con la descrizione a penna della stessa Velluti per il Martin e la Michelina. Gino Baioni, altro scultore di Canneto sull’Oglio, collaboratore di numerose altre fabbriche, tradusse i modelli originali nella prima cera e realizzò i successivi stampi in bronzo.

Le tre bambole ottennero un discreto successo di pubblico anche se la produzione si limitò a numeri modesti. Solamente il Tonino Teddy Boy, venduto in un panchetto da scuola in legno realizzato dalla ditta Sarzi di Acquanegra sul Chiese, riuscì a raggiungere numeri ragguardevoli tant’è che lo troviamo ancora nei cataloghi della Zanini & Zambelli degli anni ’70.

Depliant Fiera di Ottobre di Canneto sull’Oglio, 1967. Tonino Teddy Boy a scuola

Depliant Fiera di Ottobre di Canneto sull’Oglio, 1968. Tonino Teddy Boy marinaio. Scenografia di Mauro Pagano.
Catalogo Zanini&Zambelli 1973